72º Congresso Nazionale ATI

6-8 settembre 2017 - Grand Hotel Tiziano, Lecce

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Sede

Centro Congressi Grand Hotel Tiziano

Via Porta d'Europa
73100 Lecce LE

Situato in posizione strategica, il Grand Hotel Tiziano è a poca distanza dal centro storico e prossimo a una via di grande scorrimento per uscire fuori città. E’ dotato di ampie stanze ed aule per riunioni e conferenze di diverse misure, idonee pertanto sia per riunioni di poche persone che per assemblee plenarie con centinaia di persone.
Il Grand Hotel Tiziano offre una piscina all'aperto con ampia terrazza solarium, un ristorante, un bar a bordo piscina e servizi gratuiti quali il parcheggio e la connessione WiFi in tutte le aree.
Si spera pertanto che i congressisti, che possono scegliere di alloggiare in questo Hotel alle tariffe speciali concordate con l’ATI, possano passare un comodo periodo alternando il lavoro scientifico a un sano relax mentale.

PERCHE’ LECCE?

La scelta di Lecce come sede del Convegno in Puglia è stata fatta perché il Comitato Organizzatore ha ritenuto privilegiare la novità, visto che la concorrente Bari è già stata sede di questo importante congresso.

D’altro canto si è voluto affiancare all’aspetto rigoroso e scientifico del Congresso, una location che fosse all’altezza dal punto di vista storico-architettonico. Infatti Lecce, chiamata la “Firenze del sud”, non solo è resa unica e inimitabile grazie alla bellezza del barocco salentino, che risente fortemente della dominazione spagnola, e alla numerosa presenza di vestigia, chiese, palazzi nobiliari, ma anche e soprattutto grazie alla calorosità tipica del meridione d'Italia, anzi dei Salentini, che rende la permanenza a Lecce indimenticabile.

La speciale sensazione si ritrova dappertutto: lungo le stradine del centro storico, ricco di maestosi monumenti e di tanti locali, luoghi accoglienti e confortevoli dall'aria rustica e familiare. Probabilmente è proprio nel contrasto tra l’imponenza di chiese e palazzi da un lato e la semplicità della gente e il volto acqua e sapone di trattorie e ristorantini tipici dall’altro che va ricercato il fascino singolare del capoluogo salentino.

Da non trascurare, immerso nella magnifica natura del Salento (precisamente nel piccolo centro di Nardò), tra tanto mare, cielo e terra, e difficilmente individuabile dall’esterno, l’impianto per la prova di autovetture, “Nardò Technical Center”, punta di diamante tecnologica di tutto rispetto dotato di più piste all’interno del celebre anello di asfalto che ha una circonferenza di 12,5 km e che rappresenta un’eccellenza per l’Europa tutta. In questa pista vengono omologati record di velocità di auto provenienti da tutto il mondo.

Si fa presente che, pur essendo lo scopo principale della permanenza a Lecce la partecipazione al 72° Congresso Nazionale ATI, dove ci sarà modo di approfondire le tematiche scientifiche di nostro interesse, sarà possibile prolungare di qualche giorno la permanenza nel tacco d’Italia in modo da godere nel week end seguente il congresso, qualche giorno di vacanza, immergendosi nella spettacolare natura e soprattutto del mare del Salento, in modo che anche lo spirito posa trarne beneficio.

Lecce dista dal mare poco più di 10 km: parliamo di San Cataldo, la cui spiaggia si sviluppa per una ventina di chilometri, comprendente anche i centri turistici affacciati sull’Adriatico di Torre Chianca, Torre Rinalda e Frigole. Tali spiagge sono facilmente raggiungibili da Lecce con bus, automobili, e quant’altro.

Lecce

Chi non si dovesse accontentare delle immediate vicinanze ricordi che Lecce è la “Capitale del Salento”: oltre 250 km di costa da una parte in prevalenza piana e sabbiosa, dall'altra alta e frastagliata. Così è l'intera provincia di Lecce a esser ambita meta turistica con la sua miriade di piccoli centri abitati fatti di case bianche e stradine caratterizzate dall’artigianato locale, immersi nel verde degli ulivi secolari e dei vigneti delimitati dai tipici muretti a secco.

Dialetto, architettura (barocco e pietra leccese, masserie fortificate), tradizioni popolari (pizzica e tarantismo), manifestazioni artistiche divenute già un cult nel panorama nazionale, se non oltre confine, ed enogastronomia rappresentano qualcosa di peculiare rispetto al resto della regione. A tavola si possono trovare (a seconda di periodi e ricorrenze) le pucce, le frisedde, le pittule, i rustici, i pasticciotti, i dolci di pasta di mandorla, e "lu mieru", il vino salentino.

Prossima a Lecce, è possibile visitare un’ampia fetta delle province di Taranto e Brindisi (da Ostuni in giù) con tante città ricche di tradizione e cultura e di paesaggi altrettanto affascinanti della Regione Puglia.

VISITE PREVISTE A LECCE

Sono previste alcune visite interessanti organizzate dal congresso, quali quella all’Ex Monastero degli Olivetani, al Rettorato dell’Università del Salento, al Museo Storico MUST. All’ex Monastero si terrà la cena sociale, al MUST il cocktail iniziale e al Rettorato quello finale, in ambienti che sono impreziositi di cultura antica e moderna.

Monastero degli Olivetani

Lecce

Il monastero degli Olivetani è un convento della città di Lecce, attualmente sede del Dipartimento degli Studi storici dell'Università del Salento; la sua fondazione risale alla fine del XII secolo per volontà di Tancredi d'Altavilla. Il monastero, situato nei pressi del cimitero comunale, fu edificato con molta probabilità tra il 1171 e il 1174 per l’ordine dei benedettini neri. Giunti a Lecce, i benedettini di Monte Oliveto, nel 1494, presero possesso del convento e praticarono una sostanziale trasformazione della struttura. Nel 1559 venne realizzato il nuovo chiostro a colonne binate, il quale fu impreziosito dall’aggiunta di un pozzo a baldacchino retto da colonne tortili corinzie. Questo lavoro fu affidato a Gabriele Riccardi. Altri lavori furono effettuati nel Settecento. Nel 1733 venne edificato il grande scalone e il prospetto esterno. L’Ottocento fu il secolo della soppressione degli ordini religiosi. Il convento venne quindi acquisito dal Comune di Lecce che lo utilizzò come sede di uffici pubblici e successivamente come ospizio di mendicità. Nel 1985 l’edificio venne affidato all’Università di Lecce, la quale lo restaurò e ne fece un centro culturale.

Lecce

MUST, Museo Storico

Tra gli scorci del passato in cui rivivono antiche suggestioni che si fondono con il presente, il MUST (Museo Storico della Città di Lecce) è uno scrigno, i cui tesori sono oggi fruibili al pubblico dopo una lunga opera di restauro, regalando alla città di Lecce un importante centro di aggregazione culturale, in cui far convergere lo spessore storico della città con la sua vivacità attuale.

Lecce

Questo bellissimo complesso monumentale, un tempo monastero di S. Chiara, oggi è adibito a museo. Al piano terra il MUST è già galleria d’arte contemporanea, con un’esposizione permanente delle opere dello scultore salentino Cosimo Carlucci e con una mostra – la prima di una lunga serie – di arte fotografica, dell'artista statunitense Jenny Okun. Nelle sale del primo piano, sono presenti le sezioni dedicate a reperti e testimonianze di varie epoche della storia di Lecce, dall’Età Messapica e Romana, fino al Cinquecento e al Novecento.

Sito nel cuore del centro storico, l’ex monastero fu fondato nel 1410 dal frate Tommaso Ammirato, religioso dell’Ordine dei Padri Conventuali di S. Francesco, vescovo della città di Lecce dal 1429 al 1438. Secondo un’altra ipotesi, la fondazione si deve al facoltoso Antonio di Giovanni De Ferraris che destinò per il monastero delle Clarisse alcuni immobili e tutti i suoi beni mobili.

Dalle poche testimonianze cartacee esistenti, si evince che le celle erano venti e che esistevano tre dormitori, un refettorio e una dispensa. Nel corso dei secoli il monastero ha subito massicci interventi di ristrutturazione e pare che le ultime clarisse vi siano rimaste fino al 1866. Adibito in tempi più recenti ad ufficio dell’Intendenza di Finanza, oggi l’edificio si apre al pubblico con delle sale espositive di rara bellezza, in cui la luce bianca della calce si fonde alle atmosfere dorate della pietra leccese. All'ingresso, un’ampia sala archivoltata stupisce il visitatore con la sua imponenza e lo avvolge nei raggi luminosi provenienti dai cortili interni.

Il meticoloso restauro ha valorizzato gli elementi architettonici già raffinati.

Rettorato (ex Convento di Santa Maria del Carmine)

Il convento di S. Maria del Carmine (o dei Carmelitani), oggi prestigiosa sede del Rettorato dell’Università del Salento, viene realizzato tra il '500 e il '600 su disegno di Padovano Bacchisi. Dopo la soppressione dell’ordine dei Carmelitani, il convento viene acquisito dal Demanio e nel 1813 viene adibito a caserma intitolata ad A. Roasio.

Negli anni 2001-2004, in occasione dei lavori di restauro per la realizzazione della nuova sede del Rettorato, il Chiostro dei Carmelitani è stato oggetto di un’intensa campagna di scavi che ha individuato una sequenza di tredici fasi di occupazione che vanno dal paleolitico fino alla fine del ‘500, passando per i Messapi, l’età tardoromana e il Medioevo.

Al Medioevo, in particolare all’età normanna, risalgono alcune ceramiche invetriate di produzione bizantina e siculo-magrebina. Al termine di questa fase si situa anche un silo che ha restituito ceramiche databili al XIV secolo, tra cui un piatto raffigurante un leone rampante simbolo del casato di Maria d’Enghien. All’epoca della sua costruzione, il Chiostro circondava un giardino con al centro una fontana, della quale è stata rinvenuta traccia durante gli scavi.

Ai lavori di restauro si deve inoltre il recupero degli spazi originali e di alcune preesistenze pittoriche, conservate sulle lunette delle campate del Chiostro e nella cosiddetta Sala della Grottesca. Quest’ultima, situata al pianterreno, è affrescata con grottesche, scene riguardanti la vita del profeta Elia e ritratti di santi Carmelitani. L’attuale aspetto dell’attigua Chiesa di S. Maria del Carmine si deve al progetto settecentesco di Giuseppe Cino che morendo nel 1722, ne lascia incompiuto il campanile. Al Cino subentra Mauro Manieri che realizza alcuni altari riccamente decorati con motivi tratti dal repertorio barocco.